Descrizione
Pomodoro tondo grappolo – Cassetta 2 Kg
Il suo nome scientifico è “Lycopersicon esculentum” e la sua densa consistenza ne permette la conservazione, dopo la raccolta, anche per un lungo periodo. Con il solo apporto di 18 calorie per 100 gr di prodotto, il re degli ortaggi è anche protagonista indiscusso della dieta mediterranea. Numerosi sono infatti i benefici che se ne possono trarre includendolo nella nostra alimentazione. E’ ricco di vitamine del gruppo A B e C. Le vitamine del gruppo A sono preenti sottoforma di betacarotene, quindi il pomodoro grappolo risulta efficace per chi desidera un’invidiabile abbronzatura estiva. I suoi 94,52 gr di acqua sono ricchissimi di sali minerali come il fosforo, utile per il sano mantenimento delle ossa, il ferro impprtante per combattere l’anemia, il calcio ideale per irritabilità e i dolori da emicrania, zinco e selenio che aiutano a riparare il tessuto epiteliale e quindi la pelle e il potassio che combatte la ritenzione idrica favorendo la corretta idratazione. L’elevata concentrazione del potassio permette inoltre di prevenire i crampi muscolarilo rendendolo così ideale per chi fa attività sportiva poiché. Studi recenti hanno messo in evidenza la presenza di una preziosissima sostanza antiossidante che protegge le cellule dall’invecchiamento contrastando i radicali liberi: il licopene. Da non sottovalutare la sua azione rinfrescante, aperitiva, astringente, dissetante, diuretica e digestiva, soprattutto nei confronti degli amidi.
Il re degli ortaggi tra sole, mare, vento e mare.
La storia del pomodoro ci permette di spaziare, abbracciando i confini della terra.
Oggi l’Italia ne è uno dei maggiori produttori.
Un lembo di Terra tra Pachino, Portopalo di Capo Passero e Marzamemi, baciato dal sole e da Madre Natura, ha concentrato in questa piccola porzione di territorio eccellenze naturali e frutti della terra unici al mondo: un triangolo di Sicilia che per motivi e ambiti differenti richiama l’attenzione di un ampissimo bacino d’utenza. L’incontro tra il sole siciliano, il vento, la terra e il mare rendono il territorio di Pachino, Ispica e Pozzallo terreno fertile per la nascita di un pomodoro unico al mondo, divenuto vero e proprio simbolo di eccellenza.
A fare da contorno a questo paesaggio bucolico magnifiche spiagge incontaminate e disseminate di piccoli borghi marittimi pieni d’incanto.
Conservazione
L’estate è certamente il periodo di maggior resa della coltivazione di pomodoro ma sono tante le modalità che permettono di conservarlo coì da consumarlo tutto l’anno. Tipica modalità è la preparazione della Salsa di Pomodoro: realizzata cuocendo e passando i pomodori con cipolla, peperoni, sale e basilico e conservandoi in recipienti di vetro sterilizzati e bolliti successivamente cn la salsa dentro per almeno 1 ora. Così viene bloccata la possibile proliferazione dei batteri permettendone la consumazine durante tutto l’anno. Ricetta già usata in abbondanza dagli Aztechi vista la necessità di realizzare un alimento da portare con se durante i loro spostamenti. Per la realizzazione dei pomodori essiccati vi basterà semplicemente esporli al sole per almeno 1 settimana, basta un giardino o un balcone, premurandovi di rientrarli la notte. I pomodori in boccia al natrale sono anche questi di falice preparazione. Vi basterà avere dei contenitori sterillizzati, dove mettere il pomodoro per lasciarli bollire con acqua e sale per almeno 20 minuti. Una volta terminata la cottura vi basterà asciugari e conserarli.
L’origine del pomodoro in Italia.
Originario dell’America del sud, è arrivato in Europa nel 1500 e fu introdotto rapidamente dalla Spagna all’Italia nel 1596
Inizialmente si credeva fosse un frutto nocivo, infatti veniva utilizzato per scopi ornamentali e questo ne valse la sua nomina già ai tempi di Elisabetta I di “Apple of love”.
Sarà solo nel ‘700 che grazie agli agricoltori del Mediterraneo, si iniziarono a individuare le possibilità d’impiego alimentare dei pomodori.
Ma già gli Aztechi avevano fatto del pomodoro l’elemento principale della loro alimentazione insieme al mais. E’ affascinante con un gustoso ortaggio rievochi e colleghi culture e civiltà di tutto il mondo e di tutti i tempi.
La salsa di pomodoro. Una tradizione in Sicilia.
La spiegazione della preparazione della salsa di pomodoro non è solo una semplice ricetta ma il racconto della tradizione delle famiglie siciliane.
In Sicilia “fare la salsa” è un vero e proprio momento di aggregazione sociale.
Si inizia di buon mattino, prima dell’alba, per evitare il scottante sole di agosto e da lì in poi ognuno, per tutta la giornata, avrà un compito ben preciso.
C’è chi inizia col togliere il picciolo e chi riempie le vasche con acqua dove i pomodori verranno lavati e rilavati almeno quattro volte per la gioia dei più piccini delle famiglie.
Dopo averli lavati per bene entra in gioco chi si occupa delle operazioni di ispezione, controllando il pomodoro ad uno ad uno, scartando quello troppo maturo.
Durante questa fase di selezione intanto c’è chi si adopera per preparare la macchina della salsa e tutti il piano da lavoro.
Una volta lavati e selezionati i pomodori vengono spaccati e inseriti in un calderone insieme a svariati condimenti, in base al gusti e alle abitudini.
E quindi aggiungiamo basilico e peperoni per poi lasciare cuocere il tutto fino ad ebollizione.
Durante questa prima ebollizione si chiacchera mentre iniziano a sistemare le bottiglie dove verrà poi versata la salsa passata.
Terminata l’ebollizione ci si adopera per riversare il pomodoro spaccato e bollente nella macchina per la salsa, questo lavoro viene in genere affidato agli uomini.
Da lì viene passata nella macchina ameno due volte per far si che ne venga fuori una salsa densa e vellutata.
Solo dopo viene aggiunto il sale mescolando e la salsa può essere travisata nelle bottiglie che vengono “nturracciate” (temine prettamente locale con la quale di descrive la fase di chiusura delle bottiglie con gli appositi tappi).
Le bottiglie sono ora pronte per essere impilate una ad una in un calberone pieno d’acqua che verrà portata dopo ad ebollizione per sterilizzare la salsa evitandone la proliferazione del botulino.
Intanto, durante tutto questo trambusto, l’orologio segnerà le 12:00 e quindi un gruppo di donne inizia a staccarsi dal gruppo per preparare il pranzo che non potrà che essere a basa di “pasta ca sarsa” così da testare direttamente il prodotto e dar il via a commenti e compiacimenti.
Dopo aver fatto bollire l’acqua nel calderone si può spegnere il fuoco e e bottiglie potranno essere tolte solo una volta raffreddatasi l’acqua. E bottiglie sono ora pronte per essere riposte e per far da scorta per tutto l’anno.
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